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Ecco perchè secondo Mattia Mercato (16 dic 2014) Clean Master è dannoso!

Proprio così, basta giri di parole, giustificazioni o frasi del tipo “io non ho problemi”: Clean Master (come gran parte della sua famiglia) è un’app falsa, piena di bloatware, ingannevole e potenzialmente dannosa per il nostro dispositivo. Con “potenzialmente” non intendo dire che se usata male può peggiorare la situazione, piuttosto che se non usata bene non ha alcun vantaggio, anzi. Questo è uno sfogo soggettivo, ma anche il risultato di diversi test e considerazioni sulle funzioni di Clean Master in relazione al funzionamento del sistema Android. Scopriamo assieme perché e come siamo stati ingannati da quest'app.

Perché Clean Master è dannoso?

I motivi sono molteplici. Primo tra tutti per la sua disinformazione: convince gli utenti che continuare a terminare i processi e cancellare cache velocizzi il telefono, mischia il concetto di memoria RAM con memoria fisica, rassicura con una sezione Antivirus anche se non ha un antivirus integrato, spaventa con problemi che non sono reali problemi, ma possibili minacce… il tutto condito da continue pubblicità ingannevoli camuffate tra le nostre app e opzioni superflue dalle improbabili definizioni, come “Raffreddare CPU” che è identica al normale task killer della sezione “Potenzia Dispositivo”… e anche in questo caso vi è un uso improprio di termini per ingraziare il pubblico, ma del resto già a partire dal nome sul Play Store: “Clean Master Phone Boost”. Per adesso siamo solo alle parole, ma ora vengono i fatti:

I task killer peggiorano la situazione

Avrete letto diversi articoli a riguardo, magari storcendo il naso e dicendo “a me funzionano eccome!”. Ebbene, vi posso assicurare che è vero al 99.9% (non illudetevi con quel 0.1%, ne parleremo più avanti): vediamo perché.
La RAM, in poche parole, è una memoria velocissima in cui vengono caricati i dati dei programmi. In Windows, maggiore è la RAM libera, meglio è. Questo perché una volta occupata tutta la RAM, il sistema inizierà ad usare parte dell’hard disk, che, essendo molto più lento, rallenterà l’esecuzione dei programmi.
Android gestisce la RAM in modo differente da Windows, per ottimizzarne l’uso con l’hardware mobile. Il sistema tende infatti ad occupare quanta più RAM possibile, per tenere più app attive in memoria e velocizzare il passaggio da un’app all’altra. Le app in memoria che non hanno servizi attivi non usano CPU e non incidono sulla batteria o sulle performance. Nel momento in cui si sta aprendo una nuova app, verranno liberate le risorse occupate dall’app meno utile, precedentemente in background. Questa ottimizzazione fa sì che non ci sia alcun miglioramento nelle performance ad avere più RAM libera.
A questo punto è facile concludere che un task killer, liberando (inutilmente) la RAM, sia un’app inutile. Sbagliato! Non solo è inutile, ma è anche dannosa, in quanto la prossima volta che dovremo aprire un’app precedentemente in background ci vorrà più tempo, dato che dovremo caricarla nuovamente sulla RAM. Inoltre, molte applicazioni killate sono studiate per aprirsi in seguito ad un particolare evento (connessione, bluetooth, tempo, servizi, …): ecco perché, non appena chiudiamo una serie di app, ce le ritroviamo poco dopo. Dov’è il problema? Il continuo processo di chiusura delle app e di riapertura automatica di alcune di esse, non fa altro che consumare batteria inutilmente. L’unico effetto positivo è una temporanea velocizzazione del dispositivo, dovuta più che altro all’interruzione di qualche servizio in corso correlato ad un’app in background (che ripartirà a breve).
Giustamente potreste farmi notare come questo discorso è applicabile a qualsiasi task killer, ma Clean Master ha elevato il concetto di pulizia ad un livello quasi divino, trasmettendo l’immagine di come sia indispensabile pulire quanta più RAM possibile, il prima possibile, a schermo spento, dopo un po’ di tempo, al raggiungimento di un limite imposto, in automatico e con un conteggio dei MB eliminati, addirittura congratulandovi con voi. I più attenti avranno notato come ho mischiato l’eliminazione delle app in background con quella dei file inutili; un miscuglio in stile Clean Master, come vedremo nella prossima sezione.
Dimenticavo: lo 0.1% dei casi in cui un task killer non è inutile è quando un processo, per un errore di sistema o una cattiva ottimizzazione del codice dell’app, inizia ad occupare inutilmente tutta la RAM libera e/o si blocca in memoria. Grazie ad un task killer potremo terminarlo e tornare al normale utilizzo.

Cancellare la cache è controproducente

Ecco un altro compito in cui Clean Master dà il meglio (del peggio) di sé. Quando apriamo ed usiamo qualsiasi applicazione in Android, automaticamente verrà generata della cache associata. Differentemente da come in molti pensano, la cache non è un file inutile, altrimenti perché verrebbe creato? Serve infatti a velocizzare il caricamento di particolari risorse utilizzate da un’app; nel caso della Galleria, la cache è formata dalle anteprime delle immagini e qualche altra informazione. Cancellare cache libererà davvero memoria fisica sul nostro dispositivo, ma aumenterà il tempo di caricamento delle app che utilizzavano questi dati (che verranno puntualmente ricreati).
L’unico beneficio è liberare spazio. Se non abbiamo particolarmente bisogno di spazio, cancellare la cache è assolutamente inutile, anzi, deleterio. Come indicazione generale, cancellare cache più di una volta a settimana è controproducente anche su dispositivi con meno di 1 GB di memoria interna. Su dispositivi con 8, 16 o tagli maggiori di GB, si sta benissimo cancellandola una volta ogni mese o un paio di mesi. Un altro motivo per cui può valere la pena cancellare la cache è se si installano/disinstallano molte applicazioni frequentemente; può capitare che alcune app creino file che non vengono cancellati durante la disinstallazione e si accumulano inutilmente. Da menzionare, inoltre, la possibilità di risolvere alcuni problemi e malfunzionamenti di un'app, grazie alla cancellazione della sua cache, ma si tratta di un'operazione chirugica: so quale app non funziona e cancello la sua cache; eliminare tutto indiscriminatamente, più che chiurghi ci fa macellai (professione di tutto rispetto, nulla da dire).
È innegabile la quantità e la qualità delle funzioni presenti nella sezione “File Inutili” di Clean Master. Purtroppo le tecniche scorrette fanno da padrone anche in questo campo (ma non avete ancora visto niente): quando tutte le altre app “pulitrici” vi mostrano tot MB di file inutili, potete stare tranquilli che Clean Master ve ne mostrerà almeno il doppio… Non perché trova file che gli altri non riescono, ma perché include nella pulizia file che non centrano con la cache, come file apk e, assurdo, le app in esecuzione sulla RAM, mischiando cose che non centrano tra di loro (cache cleaner e task killer).
Qui è dove si raggiunge il massimo dell’indecenza. Come prima cosa, Clean Master ci rassicura con una sezione principale nella home screen interamente dedicata all’antivirus. Antivirus che non c’è! La sezione “Antivirus” non è altro che una pubblicità al loro prodotto CM Security. Il fatto non è così grave, se non fosse che tale pubblicità avviene tramite una finta scansione, ripeto, finta scansione, che rileva dei problemi e ci offre come unica soluzione di scaricare il loro antivirus. Dire quindi che il 25% di Clean Master (una sezione su quattro) sia fatto da pubblicità ingannevole e ai limiti del legale, non è esagerato, anzi. Non scordiamoci inoltre che i problemi rilevati sono gli stessi su qualsiasi dispositivo Android: non si tratta infatti di problemi realmente presenti sul telefono, ma di possibili minacce parzialmente spiegate in modo da toccare sul personale (usano foto, video, sms… Certo, perché la prima intenzione di un hacker è vedere gli scatti natalizi di nonna Pina vestita da renna).
Ma non è finita qui! Immagino sia capitato anche a voi di vedere un messaggio con scritto “Il tuo dispositivo è infetto” o “Sei stato infettato da (3) virus” mentre navigavate sul web col telefono. Queste non sono altro che pubblicità ingannevoli, frutto di un marketing scorretto: indovinate cosa succede se ascoltate il messaggio e premete OK? Verrete reindirizzati al link di CM Security o di Clean Master sul Play Store, come soluzione al problema fittizio. Ora provate a cercare la definizione di “scareware” su Wikipedia, un sotto gruppo dei software dannosi denominati malware; magari potrebbero aggiungere quello nella descrizione sul Play Store, al posto di “Phone Boost”... Sarebbe più sincero.
Nonostante tale tipologia di pubblicità si avvicini a quella usata internamente all'applicazione, è doveroso informarvi che il team di Clean Master si dissocia da questo genere di avvisi scorretti. In fondo alla descrizione del Play Store troverete un link ai termini di contratto riguardo la promozione dell'app, in cui viene richiesto ai partner pubblicitari di non usare tecniche scorrette. Clean Master, quindi, non centra nulla. E io ci credo. Dopotutto non c'è nulla di ambiguo che mi faccia pensare diversamente.
Dai, Clean Master ha un finto antivirus ed esistono pubblicità scorrette interne ed esterne a Clean Master che portano a CM Security, ma almeno quest’ultimo funziona alla perfezione: è leggero, veloce, gratuito, facile da usare e spesso nella prima posizione degli antivirus mobile secondo AV-TEST. Ora, non so quanto hanno bevuto quelli di AV-TEST o comunque quanti soldi ha il team Cheetah Mobile, ma CM Security fa davvero qualcosa? Adesso sto esagerando, sicuramente non ci troviamo di fronte ad un caso come Virus Shield, uno dei più famosi antivirus, ipervotato e con oltre 10 mila acquisti prima che si scoprisse fosse un’inutile placebo da record: quasi 4 euro per un’app che con una bella animazione ti prendeva per il *bip*.
Tuttavia è curioso come un utente di XDA sia riuscito a scaricare un malware (identificato come tale dal suo antivirus sul PC), metterlo sul telefono e scansionarlo con qualche antivirus mobile: tra questi, solo CM Security NON lo ha individuato. Probabilmente, del resto come me, la vostra prima impressione è che non sia vero, che quell’utente menta per qualche scopo sconosciuto o per puro divertimento. Ebbene, con un attacco di pazzia ho deciso di testare personalmente l’accaduto: ho cercato un malware per Android (più semplice di quanto pensassi), l’ho scaricato e il PC l’ha rilevato come dannoso. L’ho copiato sul mio dispositivo da battaglia (un Galaxy S) e ho effettuato una scansione con CM Security e AVAST Mobile Security & Antivirus, il primo che mi è venuto in mente. Avast ha trovato il file e lo ha identificato come Trojan, mentre CM Security mi ha mostrato 3 problemi (stessa storia che con la finta scansione di Clean Master: non problemi attuali, ma possibili minacce… Curioso che sia l’utente a dover accettare di farsi proteggere dall’antivirus anziché accada in automatico) e nessuna traccia del malware da me inserito. Magari ho avuto sfortuna e comunque non ho intenzione di provare ad infettare ulteriormente il mio dispositivo, ma l’utente di prima ha eseguito il test più volte ed ha ottenuto lo stesso, penoso, esito.
Non voglio e non sono in grado di screditare uno degli antivirus mobile più famosi al mondo, cerco solo di far notare come non è tutto oro ciò che luccica, soprattutto quando viene venduto come il più luminoso, bello e conveniente.

Clean Master è da buttare?

Moralmente, sì. Praticamente, forse. Tralasciando il fatto che è possibile rivolgersi ad almeno 10 alternative valide per ogni specifica funzione, Clean Master offre una serie di strumenti avanzati in una sola e graficamente allettante applicazione (ti fa sentire soddisfatto e realizzato dopo ogni operazione). Se si disattivano i servizi che chiudono in automatico le applicazioni e si usa moderatamente il servizio di pulizia, questa applicazione può risultare molto utile, anche nella disinstallazione di bloatware con i permessi di root o altre funzioni.
Quello che più mi preoccupa è come Clean Master e le altre app che lo circondano facciano di tutto per apparire i più utili e indispensabili prodotti per risolvere qualsiasi problema sul nostro dispositivo, quando poi, se si guarda con attenzione e sana criticità, si nota che viene fatto troppo o troppo poco… e dietro c’è tanto, tanto fumo, pieno di animazioni, colori e messaggi.