 Liberetà - maggio 2023
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PARLIAMO DI... PENSIONI
Gli effetti del  drenaggio fiscale
La perequazione  ha fatto aumentare l’importo delle pensioni, ma la crescita dei prezzi riduce  l’efficacia dei meccanismi che dovrebbero proteggere il potere di acquisto
LA TRAPPOLA DELL’INFLAZIONE
di Antonio Pellegrino
Circolo vizioso. È sempre più difficile campare con una sola pensione. All’incertezza dei lavoratori di oggi, giustamente preoccupati del loro futuro, si aggiunge la preoccupazione dei pensionati ormai vittime privilegiate delle continue incursioni dei governi, sempre in cerca di risorse da investire a favore dei loro gruppi sociali di riferimento. Qui ci occupiamo dei meccanismi che dovrebbero proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, specialmente di quelle più basse, che però, per come sono strutturati, nel giro di poco tempo perdono la loro efficacia.
 Le Nazioni  unite definiscono la  povertà come «la condizione umana caratterizzata da privazione continua e  cronica delle risorse, capacità, scelte, sicurezza e potere necessari per  godere di uno standard di vita adeguato e altri diritti civili, culturali,  economici, politici e sociali». Non si potrebbe dire meglio. Ma in casa nostra  come stanno le cose? L'Istat distingue due gradi di povertà, per cui una  famiglia è considerata: 
  a)  relativamente povera quando la spesa per consumi è inferiore o uguale alla  spesa media pro capite delle famiglie italiane; 
  b)  assolutamente povera quando la spesa mensile per consumi è pari o inferiore al  valore monetario di un paniere di beni e servizi considerati essenziali per  garantire uno standard di vita minimamente accettabile. Il dato varia in base  all'età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del  Comune di residenza. 
Tabella 1 Povertà assoluta e povertà relativa (dati Istat 2021)
| Singolo | Coppia | |
| Povertà relativa | 629,29 | 1.048,81 | 
  Povertà assoluta (Comuni fino a 50.000 abitanti) 
| Nord | 893,94 | 1.297,15 | 
| Centro | 843,50 | 1.215,82 | 
| Sud e Isole | 679,69 | 1.012,82 | 
  Tabella 2 Trattamenti previdenziali e assistenziali (anno 2021) 
| Singolo | Con il coniuge | |||
| PENSIONI PREVIDENZIALI (IMPORTI MENSILI) | Integrata al trattamento minimo | 558,54 | 1.117,08 | |
| Con maggiorazione sociale a 65 anni | 648,07 | 1.296,14 | ||
| Con maggiorazione sociale e 14a | 684,40 | 1.368,80 | ||
| Con maggiorazione sociale a 70 anni e 14a | 742,68 | 1.204,99 | ||
| PENSIONI ASSISTENZIALI (IMPORTI MENSILI) | Assegno sociale a 67 anni | 512,63 | 1.071.18 | |
| Invalidi civili parziali con maggiorazione | 322.20 | |||
| Invalidi civili totali | 706.35 | 1.204,99 | ||
| PENSIONI PREVIDENZIALI EASSISTENZIALI (IMPORTI MENSILI) | Con tutte le maggiorazioni | 706,35 | 1.204,99 | |
  La tabella 1 riassume i valori di riferimento della  povertà relativa e assoluta misurati dall'Istat nel 2021.
La tabella 2, invece, riporta il valore mensile dei trattamenti previdenziali minimi e assistenziali.
 Dal confronto  delle due tabelle appare evidente l'inadeguatezza dei trattamenti previdenziali  e assistenziali a contrastare la condizione di povertà assoluta in tutto il  paese. Condizione di povertà assoluta che risente, inoltre, dell'andamento dei  prezzi dei beni di prima necessità confrontati con il tasso di perequazione:  più aumentano i prezzi di questi beni, infatti, più aumenta la condizione di  povertà. 
  Per quanto  riguarda la povertà relativa, il valore soglia è parzialmente Sovrapponibile a  quelli dei trattamenti Inps. Quindi, si potrebbe sostenere che almeno in questo  caso i trattamenti previdenziali e assistenziali abbiano una loro sia pur  minima efficacia. Tuttavia, non deve sfuggire la circostanza che la povertà  relativa è condizionata dai consumi delle famiglie: meno queste consumano più  si abbassa la soglia della povertà relativa. Un dato statistico che non muta la  condizione reale delle famiglie stesse. 
  La "no  tax area". I redditi dei pensionati di importo annuo pari o  inferiore a 8.500 euro non sono assoggettabili all'Irpef e alle addizionali  regionali e comunali. È la cosiddetta no tax area. Almeno così è stato nel  2022. Negli anni 2023 e 2024, per effetto dell'adeguamento al- l'inflazione  (perequazione), le pensioni avranno un aumento nominale, non reale, del reddito  che farà superare la soglia di 8.500 euro, facendo così rientrare questi  redditi tra quelli assoggettabili al fisco. Come si vede nella tabella 3, nel  2023 e nel 2024, per effetto della perequazione che fa crescere l'importo della  pensione, ma non il suo valore reale, il fisco si appropria di una parte della  rivalutazione, intaccando con ciò la tenuta minima del potere d'acquisto di  questi pensionati. È quello che in gergo viene definito drenaggio fiscale,  ovvero l'aumento della pressione tributaria per effetto dell'inflazione, in  presenza di progressività dell'imposta. 
  La  maggiorazione sociale. Si tratta di una prestazione mensile, di  carattere assistenziale, aggiuntiva della pensione, il cui scopo è quello di  incrementare il reddito dei titolari di pensioni basse, con una prestazione netta  non assoggettabile al fisco. Tuttavia, si tratta di una prestazione che, a  differenza della pensione, non è indicizzata ai prezzi, e quindi destinata a  esaurirsi con il passare degli anni. Come si vede nella tabella 4, il forte  aumento dei prezzi rilevato nel 2022 ha fatto emergere con maggiore chiarezza  il problema. 
  Nel 2022 una  pensione di 8.190 euro, pari a 630 euro mensili, ha percepito 400 euro di  maggiorazione annua. Nel 2023 e 2024, per effetto della perequazione, ovvero  dell'adeguamento della pensione ai prezzi, questo valore scende rispettivamente  a 93 e 68 euro. In questo modo, una misura nata per assicurare una maggiore  tutela dei redditi più bassi dall'inflazione, finisce con l'essere riassorbita e  poi azzerata proprio dall'aumento dei prezzi. È la conferma che su pensioni  minime o di importo molto basso.
Il sindacato propone l'estensione della quattordicesima ai titolari di redditi fino a 1.500 euro lordi mensili
L'obiettivo del sindacato. La scelta giusta è quella di integrarle con trasferimenti monetari netti, non fissi ma adeguati nel tempo all'andamento dei prezzi. Per risolvere queste criticità il sindacato si è dato l'obiettivo di estendere, potenziare e rivalutare la cosiddetta "quattordicesima", aumentando il limite di reddito dei beneficiari dagli attuali 1.000 euro a 1.500 euro lordi mensili.
Tabella 3 Effetti del drenaggio fiscale sui redditi rivalutati (anni 2023-2024)
| 2022 | 2023 | 2024 | ||||||||||
| Reddito | Irpel netta | Reddito | Irpef netta | Add reg | Add com | Reddito | Irpef netta | Add reg | Add com | Irpef + addiz | ||
| 7.800 | 0 | 8.396 | 0 | 0 | 0 | 8.821 | 94 | 145 | 71 | 310 | ||
| 8.000 | 0 | 8.584 | 24 | 138 | 69 | 9.084 | 161 | 149 | 73 | 614 | ||
| 8.200 | 0 | 8.799 | 88 | 142 | 70 | 9.274 | 228 | 152 | 74 | 754 | ||
| 8.400 | 0 | 9.013 | 151 | 145 | 72 | 9.500 | 294 | 156 | 76 | 894 | ||
| 8.500 | 0 | 9.121 | 183 | 147 | 73 | 9.613 | 328 | 158 | 77 | 966 | ||
| Tabella 4 Riduzione della quota di maggiorazione sociale (anni 2023-2024) | ||||
| Pensione mensile | Pensione annua | Limite di reddito per diritto alla maggiorazione | Quota dovuta di maggiorazione sociale e incremento | |
| 2022 | 630 | 8.190 | 8.590 | 400 | 
| 2023 | 681 | 8.853 | 8.946 | 93 | 
| 2024 | 718 | 9.331 | 9:400 | 68 | 
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