SPI-CGIL Lega 12 - Nichelino Vinovo Candiolo

      

 

Elicotteri, cipolle miracolose, stipendi sospesi, migranti infetti, mascherine che salvano, pacchi infetti, maggior rischio dei bambini, meno di un'influenza. Le fake news, o bufale, sul coronavirus circolano sul web e creano panico.

Troppe informazioni e troppo spesso errate. Per questo alcune testate scientifiche internazionali, come Live Science, tentano di fare chiarezza su alcuni punti ormai acclarati che è bene conoscere per evitare la disinformazione. Cure miracolose, provvedimenti radicali, spaventose calate di possibili untori. Il coronavirus non è immune da fake news che creano allarme quando non vero e proprio panico, viaggiano attraverso gli smartphone velocemente, impossibile fermarle se ciascuno non fa la propria parte: quando ricevete un messaggio controllatene sempre la veridicità prima di inoltrarlo ad amici e parenti. Attenzione alle mail sospette. Ecco le bufale più diffuse. 

Attenzione ai messaggi che arrivano su posta elettronica. Due quelli segnalati dalla Polizia Postale: il primo ha come allegato CoronaVirusSafetyMesures.pdf, il secondo un .doc a firma di tale dottoressa Penelope Marchetti dell OMS. Sono entrambi falsi e pericolosi, in grado di installare malware sui computer se aperti. Cestinateli. 

Il biocontenimento BSL-4

La più allarmante delle bufale che viaggia sugli smartphone è la finta delibera della Protezione Civile in collaborazione con il Governo sul «biocontenimento BSL-4» pronto a scattare dal 15 marzo se il contagio non sarà stato contenuto. «Solo un membro per ogni nucleo famigliare sarà dotato del kit necessario per recarsi ai checkpoint militari approntati per i rifornimenti necessari. Nessun’altra persona potrà lasciare la quarantena domiciliare, malato o sano, grave o no». Il messaggio annuncia la chiusura di Borsa, parlamenti, scuole, aeroporti, treni, uffici, attività commerciali... è vero, da quando ha cominciato a circolare il molto è stato fermato, ma non «il mondo intero per 21 giorni».

Ritorna il Coronavirus sulle scarpe: resiste 9 giorni sull’asfalto secondo l’audio WhatsApp bufala

Sentivamo effettivamente la mancanza di un audio WhatsApp ricco di sciocchezze questa domenica, e puntuale è arrivato il messaggio che ci parla di Coronavirus sulle scarpe. Nonostante questi pseudo “scienziati” abbiano l’obbligo di identificarsi a 360 gradi nel momento in cui sparano contenuti virali di questo tipo, come notato con il nostro articolo di ieri, si continua a fare i conti con fake news che alimentano solo disinformazione e apprensione. Proviamo dunque a capire cosa stia avvenendo sui social negli ultimi minuti. La vicenda ruota attorno alla leggenda metropolitana del virus che resta sull’asfalto per giorni. Motivo per il quale chiunque esce di casa è potenzialmente portatore dello stesso Coronavirus una volta rientrato a casa. Per smentire la bufala riguardante il Coronavirus sulle scarpe e la sua resistenza sull’asfalto per nove giorni, è sufficiente sentire l’Istituto superiore di sanità. Togliersi le scarpe tornando a casa viene definita “una buona norma igienica“, ma per il Covid-19 non ha molto senso, in quanto la sua trasmissione avviene attraverso le goccioline che espelliamo tossendo o starnutendo principalmente.

La vitamina C che cura

In un audio che ha circolato senza freni, una voce femminile si presenta come addetta ai lavori e annuncia che la vitamina C è molto efficace sui pazienti affetti da Covid-19. Nel farlo cita tre ospedali lombardi che avrebbero sperimentato la cura, il San Gerardo di Monza, il Policlinico e il Sacco di Milano. Consiglia di assumerne 2 grammi al giorno, sotto forma di spremute di arance, limone e kiwi e di compresse di un noto marchio. Una spremuta non può che fare bene, ma se fosse risolutiva non staremmo purtroppo a questo punto. 

Acqua calda, sole e cipolle che curano

Miracolose non sono nemmeno le bevande calde da bere più volte nella giornata: i messaggi rivelano che il coronavirus virus viene ucciso a temperature superiori ai 26 o 27 gradi. Invitano a non bere acqua ghiacciata, a non dare neve da mangiare ai bambini, a esporsi al sole. Niente di risolutivo purtroppo. La temperatura corporea è di 36, 37 gradi, dovrebbe bastare questo a fermare il contagio. Temperature forse efficaci ustionerebbero l organismo. Quanto alle cipolle hanno altre proprietà ma non quella di preservare da un possibile contagio. 

Gli elicotteri che «disinfestano»

Questa fake news gira da Nord a Sud del Paese con delle delle varianti, audio o video dei soliti ben informati, o un messaggio. «Dalle 11 di questa sera fino alle ore 5 del mattino faranno disinfestazione con gli elicotteri in tutta la città come in Cina. Quindi ritiriamo la biancheria e teniamo in casa gli animali». A parte che poi si tratterebbe al massimo di una «disinfezione», il nostro problema non sono in questo momento topi o blatte, ma no... non è prevista. 

I ventenni intubati

Altra fake news drammatica diffusa di recente con un messaggio vocale è quella dei presunti medici del Niguarda di Milano che parlano di molti «ventenni intubati», smentita dallo stesso ospedale. I giovani non sono immuni, anzi, fondamentale la chiusura di luoghi di aggregazione e ritrovo, ma per fortuna sono pochissimi i casi di giovani in rianimazione.

I migranti infetti

Gira attraverso Facebook il messaggio virale dei 195 migranti arrivati a Messina, di cui 12 con sintomi da coronavirus. La colpa del pericoloso sbarco è attribuita ai «porti aperti». Una fake news in odore di sovranismo. 

I messaggi del Viminale

Arrivano con tanto di bandiera tricolore e link al vero sito del Ministero dell Interno. Nelle varianti che si sono susseguite nei giorni scorsi annunciava anzitempo la chiusura delle scuole, i controlli di polizia per chi si allontana da casa senza motivo, il trasferimento aereo dei malati dalla Lombardia alle altre regioni italiane. In ogni caso, anche quando sembra che ci sia un fondo di veridicità, bisogna ricordare che whatsapp non è un mezzo utilizzato per comunicazioni ufficiali. 

Stipendi sospesi per i dipendenti pubblici

Corredata di loghi istituzionali è stata diffusa la falsa notizia della sospensione degli stipendi di marzo e aprile dei dipendenti pubblici per convogliare il denaro sulla emergenza sanitaria da coronavirus, fake new allarmistica smentita dagli organismi competenti. 

Le raccolte fondi

Attenzione, tante iniziative sono lodevoli e controllate, altrettante no. E sono ogni giorno di più quelle che circolano in favore di ospedali o per l’acquisto di presidi sanitari. Che arrivino via whatsapp, Facebook o mail, aderite solo dopo avere controllato l’onestà e l’autorevolezza dei promotori. 

"Le mascherine proteggono dal virus"

Le mascherine standard non proteggono dal contagio di Sars-CoV-2. Né il modello 'da sala operatoria' né l’antismog N95 possono bloccare del tutto la diffusione del virus, ma possono aiutare le persone infette a non propagarla filtrando le goccioline di saliva in grado di trasmettere il virus. Di contro, i respiratori N95, avendo un filtro per l’aria, possono rivelarsi barriere più efficaci da utilizzare in ambiente ospedaliero-sanitario, perché aderiscono meglio al viso coprendo naso e bocca in modo che non passi nulla dai bordi della mascherina. Per usare l’N95 in modo corretto bisogna però controllarne il funzionamento ogni volta che viene indossato.

"Ci sono meno probabilità di contrarre l’influenza"

Non necessariamente. La capacità di diffusione del coronavirus è calcolata in base al valore riproduttivo R0 che esprime il numero di persone che possono essere contagiate da un unico paziente infetto. L’R0 di Sars-CoV-2, il virus che causa Covid-19, è stimato su circa 2,2, mentre l’influenza si attesta su 1,3. Inoltre, se per Sars-CoV-2 non esiste ancora un vaccino, quello anti influenzale già aiuta invece a prevenire l’epidemia stagionale, anche se non blocca al 100% i ceppi virali in circolazione.

"Il virus è un ceppo mutato dell'influenza"

Falso. Il coronavirus è una famiglia 'allargata' di virus in grado di trasmettere varie malattie. Sars-CoV-2 mostra alcune somiglianze con altri virus, quattro dei quali possono causare normali raffreddori. Al microscopio i cinque virus mostrano una conformazione simile, che sfrutta le proteine (spike) dalla stessa forma 'appuntita' per infettare le cellule umane. Inoltre, il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 appartiene alla stessa famiglia di virus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (Sars) ma non è lo stesso virus. Le prove scientifiche suggeriscono che il nuovo coronavirus è stato trasmesso da un animale all’uomo. Allo stesso modo, il virus Sars è passato dai pipistrelli agli zibetti (piccoli mammiferi notturni) per poi passare alle persone. Mentre il Mers si è trasmesso dal cammello all’uomo.

"Il coronavirus è stato creato in laboratorio"

Non esiste alcuna evidenza scientifica a riprova che il coronavirus Sars-CoV-2 sia stato creato dall’uomo. Tra l’altro Sars-CoV-2 ricorda da vicino altri due coronavirus che hanno scatenato epidemie negli ultimi decenni, Sars-CoV e Mers-CoV: tutti e tre i virus sembrano aver avuto origine nei pipistrelli. Le caratteristiche di Sars-CoV-2 sono in linea con ciò che sappiamo di altri coronavirus 'naturali' che hanno compiuto il 'salto' dagli animali alle persone.

"Il contagio è una condanna a morte"

Falso. Nell'81% delle persone contagiate dal coronavirus si è trattato finora di casi lievi di Covid-19, stando ai dati diffusi il 18 febbraio dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie. Circa il 13,8% manifesta sintomi gravi come difficoltà respiratorie, o richiede ossigeno supplementare, e circa il 4,7% versa in condizioni critiche con sintomi gravi quali insufficienza respiratoria, insufficienza multiorgano o shock settico. I dati finora suggeriscono che solo il 2,3% circa delle persone colpite da Covid-19 muore a causa del virus. Anziani e pazienti in condizioni di salute precarie risultano maggiormente a rischio di sviluppare gravi malattie o complicanze. Nonostante ciò, è importante adottare le misure di prevenzione indicate dalle autorità sanitarie locali al fine di contenere la diffusione dell’epidemia.

"Gli animali domestici possono trasmettere il virus"

Secondo quanto confermato dall’Oms, non esiste alcuna evidenza scientifica a riprova che gli animali domestici, quali cani e gatti, possano contrarre il coronavirus Sars-Cov-2 né tantomeno trasmetterlo all'uomo. "Si consiglia però di lavarsi bene le mani con il sapone dopo il contatto con gli animali", sostiene l’Organizzazione mondiale della sanità che consiglia di adottare l'abitudine come comune prassi per proteggersi dai batteri come escherichia coli e salmonella, che possono invece essere trasmessi dagli animali all'uomo. Finora è stato registrato un solo caso di animale risultato positivo al test del coronavirus Sars-Cov-2: è un cane di Hong Kong che - secondo quanto riferito dal Dipartimento dell'agricoltura, della pesca e della conservazione locale il 28 febbraio - sarebbe stato decretato come 'lievemente positivo'. Non è chiaro se il cane, che appartiene a una donna di 60 anni che ha sviluppato sintomi il 12 febbraio e successivamente è risultata positiva, sia stato infettato dal coronavirus, oppure se sia solo entrato a contatto con una superficie contaminata con la bocca o il naso. Per precauzione il cane è stato messo in quarantena, ma non mostra alcun sintomo e fino ad ora non ci sono prove che possa trasmettere il virus all’uomo.

"I bambini non rischiano il contagio"

Falso. I bambini possono essere contagiati da Covid-19, anche se finora le statistiche suggeriscono che hanno meno probabilità di contrarre il virus rispetto agli adulti. In Italia 8 dei 400 casi di Covid-19 registrati sono di bambini di età tra i 4 e i 19 anni. Nella regione cinese dell’Hubei, focolaio dell’epidemia, degli oltre 44 mila casi di contagio, solo il 2,2% ha coinvolto bambini di età inferiore ai 19 anni. Al contrario, nel caso di epidemia influenzale i bambini hanno maggiori probabilità di essere colpiti rispetto agli adulti.

Tuttavia, è possibile che il numero di casi di coronavirus diagnosticati nei bambini sia stato sottostimato: nonostante diversi studi scientifici in Cina riportano di un rischio ridotto, è possibile che molti casi di bambini che hanno contratto il virus non siano stati registrati in quanto asintomatici.

"Se vieni contagiato, te ne accorgi"

Non è detto. Covid-19 può provocare una serie di sintomi, molti dei quali riferiti anche ad altre malattie respiratorie come l'influenza e il raffreddore comune. In particolare, i sintomi più comuni dell’epidemia da Sars-CoV-2 includono febbre, tosse e difficoltà respiratorie, mentre i più rari comprendono vertigini, nausea, vomito e naso che cola. Nei casi più gravi, la malattia può evolversi in una grave malattia simile alla polmonite, ma all'inizio le persone infette potrebbero anche non mostrare alcun sintomo.

"Il coronavirus è meno letale dell'influenza"

Finora sembra che Sars-CoV-2 sia più letale dell'influenza. Tuttavia, c'è ancora molta incertezza sul tasso di mortalità del virus. Secondo il Cdc, negli Usa l'influenza stagionale in media ha un tasso di mortalità di circa lo 0,1%, che quest’anno è stimato su circa lo 0,05% tra i pazienti che hanno contratto il virus influenzale. Mentre i recenti dati su Covid-19 suggeriscono che il tasso di letalità di Sars-CoV-2 è di 20 volte superiore, ossia del 2,3% (fonte: China Cdc Weekly, 18 febbraio). Il tasso di mortalità varia in base all’età e allo stato di salute del paziente. Infine, va considerato il fatto che il tasso di mortalità calcolato finora potrebbe variare in base al numero dei casi registrati, molti dei quali potrebbero non risultare perché asintomatici./p>

"Non è sicuro ricevere pacchi dalla Cina"

Falso. Non c’è alcun rischio contagio legato ai pacchi recapitati dalla Cina. Lo ha confermato l’Oms rassicurando sul fatto che il coronavirus non sopravvive a lungo sulla superficie degli oggetti, come lettere o plichi. Secondo uno studio pubblicato il 6 febbraio sul Journal of Hospital Infection, Sars-Cov-2 può resistere su metallo, plastica o vetro fino a un massimo di 9 giorni. Ma perché un virus rimanga vitale, ha bisogno di una combinazione di fattori ambientali specifici - come la temperatura, la mancanza di esposizione ai raggi UV e l'umidità - che nel caso dei pacchi è difficile che si presenti, ha spiegato il dottor Amesh A. Adalja del Johns Hopkins Center for Health Security. Il Cdc ha definito "molto basso" il rischio di trasmissione che può avvenire "da prodotti o imballaggi spediti per un periodo di giorni o settimane a temperatura ambiente. Attualmente, non esistono prove a supporto della trasmissione di Covid-19 associato a merci importate". Piuttosto, si ritiene che il coronavirus si diffonda più comunemente per via aerea, attraverso le goccioline di saliva.

I testi di questa pagina sono tratti dai siti: bufale.net/ - repubblica.it - lastampa.it