SPI-CGIL Lega 12 - Nichelino Vinovo Candiolo

      

 

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Sintesi dell'intervento di Maurizio Landini in chiusura della Festa di LiberEtà

“Oggi la domanda di cambiamento proviene soprattuto dalle nuove generazioni. Lo abbiamo visto nelle mobilitazioni per la pace, ma anche dalla partecipazione al voto per i referendum sul lavoro”.
Sintesi dell'intervento di Maurzio Landini in chiusura della Festa di LiberEtà

È questa, secondo il leader della Cgil, una grande novità. Le giovani generazioni ci chiedono di cambiare un modello di sviluppo basato sui rapporti di forza. L’economia capitalistica, come mai prima nella storia, si è imposta sulla politica e ci sta portando verso la corsa agli armamenti e una economia di guerra. Stiamo andando verso un modello di sviluppo basato sulla sopraffazione e l’autoritarismo. Chi spinge per l’affermazione del modello neoliberista e della cultura della guerra, vuole anche rendere subalterno il lavoro, smantellare i diritti delle persone e rendere marginale il sindacato. La cultura della guerra determina l’acuirsi delle diseguaglianze e mette sotto scacco la democrazia.

Quando scendiamo in piazza per dire NO al genocidio non è solo per il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e per fermare il genocidio. Noi protestiamo contro un modello di sviluppo basato sui rapporti di forza, chiediamo, oltre alla pace, il rispetto dei diritti di tutti i popoli, chiediamo equitá e redistribuzione, democrazia. Una delle ragioni della crisi della democrazia è la crescita delle disuguaglianze.

Nel mondo del lavoro, la competizione e la frantumazione dei diritti non hanno precedenti. Ció genera sfiducia nelle possibilità di cambiamento e nella democrazia. Il compito del sindacato è quello di ricostruire “unita sociale” a partire dai luoghi di lavoro, dal territorio. Attraverso la partecipazione dal basso vogliamo legare la battaglia al fianco del popolo palestinese, per la pace e la loro autodeterminazione alla lotta per ricostruzione di un modello sociale basato sui nostri valori. Nella Legge di Bilancio si possono trovare le risorse per la sanità pubblica, per l’istruzione per le infrastrutture.

Il 25 ottobre abbiamo promosso una grande manifestazione per la pace a Gaza ma anche per il lavoro, i salari, il fisco e le pensioni. La Cgil chiede la fine del genocidio a Gaza, chiede allo stato italiano di interrompere l’invio delle armi, di interrompere i rapporti commerciali con Israele e riconoscere lo stato di Palestina.

Il nostro obiettivo, la ragione per cui scendiamo in piazza, è due popoli e due stati. Ció vuol dire battersi anche per la democrazia e anche per gli israeliani che non sono d’accordo con il loro governo e quel modello di capitalismo che sta portando la guerra nel mondo. E se il governo non ascolterà le nostre ragioni, non escludiamo la possibilita di convocare lo sciopero generale.

LIBERETÀ settembre 2025